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Da pochissimo tempo siamo finalmente riusciti ad entrare in possesso di una interessantissima scatola di produzione S.M.I. (Società Metallurgica Italiana). |
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Ma andiamo per gradi... | ||
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Negli anni '30 del secolo scorso si ebbe una rapida evoluzione delle confezioni prodotte dalla S.M.I. Nel 1936 avvenne un primo cambiamento dalla tipica scatola come nell'esempio n° 1 ad un impostazione delle scritte più pulita e lineare, come nel secondo esempio (2), nella quale appariva inoltre una specificazione più precisa del tipo di polvere adottata. Successivamente, sicuramente nel 1939 come esemplificato dall'esemplare 3, si ebbe un ulteriore "evoluzione" con il passaggio dalle etichette applicate alla stampa diretta sulla scatola. |
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Siamo altrettanto sicuri che almeno nel 1941 (4) le scritte presenti sulla confezione divengono più pulite e lineari e scompare la specificazione riguardante la polvere. Ulteriore cambiamento nel 1942 anno in cui le scritte godono di un ulteriore semplificazione (5). |
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Arriviamo quindi all'esemplare in questione: la prima "anomalia" che balza agli occhi è il ritorno all'utilizzo di un etichetta incollata, anche se ho forti dubbi sul fatto che si tratti di una scatola di produzione standard. A mio modesto avviso ci troviamo di fronte ad una realizzazione ad hoc, intanto le scritte sono composte in modo sicuramente anomalo . A questo punto va fatta notare la " cosa " più interessante e cioè la scritta "Messe in caricatori a Lochi...". Con molta probabilità la parola "Lochi" essendo scritta in maiuscolo identifica una località. Purtroppo dopo una prima ricerca effettuata l'unica località che risulta possedere tale nome si trova nel territorio di Gorfigliano, un piccolo centro abitato della provincia di Lucca, frazione del comune di Minucciano. Ad oggi non è dato sapere se in tale località fosse situata una sede, un laboratorio o semplicemente un sub fornitore della S.M.I. La località si trova tra i monti della Garfagnana in posizione decentrata rispetto a Campo Tizzoro, cosa questa che farebbe pensare a una posizione difficilmente individuabile. Purtroppo come spesso accade nel nostro settore restiamo in attesa di notizie più precise. Per quanto riguarda il materiale contenuto, non esistono certezze in quanto viene descritto come "Caricatori in ferro cromato" e cartucce con "Bossolo in acciaio" mentre, a quanto ho saputo, purtroppo la confezione era aperta, non è certo quindi che le munizioni in esse erano contenute, fossero le originali. Nei fatti si trattava di cartucce del Pirotecnico di Capua marchiate "C.A C-41" con bossolo in ottone mentre le piastrine, marchiate SMI *27, erano in ottone. Se da un lato il fatto che le tre piastrine fossero identiche tra loro, come tutte le cartucce, potrebbe stare a indicare un ri-confezionamento con materiale del Pirotecnico di Capua, dall'altro nessuno dei due corrisponde con la descrizione posta sull'etichetta. Riguardo la data non è chiaro se la scritta "4-1943" si riferisca al mese di produzione o al lotto. Nel caso di ri-confezionamento potrebbe trattarsi del 4 lotto post 8 settembre ma la cosa non può essere confermata, come invece accade nel caso della produzione del Pirotecnico di Bologna sulle cui scatole fu tolta la dicitura "Regio". |
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Anche la scatola pare essere non di produzione standard ma piuttosto una versione di emergenza o adattata. Se da un lato l'interno, le parti laterali e la parte superiore sono nello standard dell'azienda, la parte inferiore è decisamente fuori dallo stesso in quanto presenta delle graffettature di chiusura atipiche che testimoniano una tipologia di costruzione anomala. Lo stesso dicasi della fettuccia che appare decisamente diversa da quella adottata nei normali capitolati tipici dell'azienda, questo in quanto appare decisamente più "leggera" in quanto a consistenza a e resistenza. |
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Particolare ritrovamento di una cartuccia da salve il cui bossol, molto probabilmente è stato costruito dalla SIGMA BOLOGNA per conto del Pirotecnico di Bologna. |
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E' solo grazie alla collaborazione dell'amico Stefano Frigerio che sono venuto a conoscenza di questa scatola. Se ad un primo sommario esame la stessa pare appartenere alla produzione effettuata dalla Fiocchi sotto occupazione tedesca (da notare la scritta PISTOLENMACHINE invertita rispetto alla corretta pronuncia) è solo girando la stessa che ci sia accorge di un timbro di colorazione blù. |
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che cita testualmente "MAS 1944" La scatola è di sicura provenienza in quanto era in possesso di un ex appartenente della "Decima" Probabilmente, mentre il timbro veniva apposto la "X" non risultò impressa |
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Ringrazio Stefano per averci dato la posibilità di conosce un altro "pezzo" di storia | ![]() |
Nastro e cartuccia Vetterli 10,35 per mitragliatrice Maxim |
28.12.2016 |
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La storia inizia qualche mese fa quando in un post uscito sul forum della IAA (International Ammunition Association) compare la richiesta di informazioni riguardo l’arma che utilizzava un non meglio identificato nastro in tela per mitragliatrice alimentato da cartucce 10,35 Vetterli. |
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Il pezzo, di notevole valore storico data la sua scarsità, si trovava in Uruguay e la sua particolarità consisteva oltre alla rarità intrinseca di questo tipo dil nastro in questo specifico calibro, nella scritta presente sulla piastrina in ottone del tira-nastri. |
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E’ stata proprio la scritta “Arsenale Venezia” ad indirizzare la ricerca verso una produzione Italiana. |
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Data la localizzazione del reperto molto probabilmente si tratta di un nastro appartenuto all’incrociatore Dogali varato il 23 dicembre 1885 che nel gennaio 1908 era stato venduto all’Uruguay e ri-denominata inizialmente “25 de Agosto” e successivamente “Montevideo”. Nel 1914, l'incrociatore fu ritirato dal servizio, ma non è stato smaltito fino al 1932 quando è stato venduto come rottame. Con molta probabilità dopo il ritiriro la nave venne disarmata e le munizioni, oramai obsolete, finirono in qualche magazzino per essere poi dimenticatie. |
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Le munizioni presenti sul nastro, apparentemente delle normali 10,35 Vetterli M.70 per mitragliatrice, con innesco monofocale Berdan come indicato dalla stella a ore 3, prodotte dal Regio Pirotecnico di Bologna nel 1892 (S.L. * B-92) in realtà presentavano una strana tripunzonatura al colletto come aveva correttamente fatto notare anche un altro utente. Volendoapprofondire la cosa mi sono messo in contattto con Daniel il collezionista Uruguayano in possesso del nastro che dimostrando una non comune propensione nel voler aiutare un collega ha iniziato con lo scrivente una intensa ed estremamente proficua corrispondenza. |
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Questo è il risultato: | ||
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Effettivamente la cartuccia è una modello M.70 per mitragliarice ma al posto della tripunzonatura classica, cioè a tre punti, presenta una tripunzonatura a tre segmenti mai osservata, fino ad oggi, su nessuna cartuccia di questo tipo. Messa sulla bilancia il peso totale della cartuccia è risuòltato identico a quello di una cartuccia standard di questo modello. |
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Per essere il più possibile preciso ho chiesto a Daniel di smontare con il martello cinetico la cartuccia e anche in questo caso il risultato ha dimostrato che la cartuccia è stata costruita secondo gli standard con il classico bioccolo di cotone e la prescritta carica di balistite |
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Intanto intendo ringraziare Daniel per la sua squisita cortesia e per l'aiuto dato nello studio della cartuccia . Daniel qualora fosse dimostrata l'appartenenza all'incrociatore Montevideo ha già espresso la volontà di cedere il nastro ad un museo dedicato.alla marina del suo paese. Resta un mistero del perchè di una punzonatura diversa da quella applicata sul modello standard. Potrebbe trattarsi di una lavorazione effettuata solo in occasione della consegna delle nuove mitrgliatrici Maxim alla Regia Marina.e del relativo munizionamento Come sempre attendiamo che salti fuori qualche documento per potere avere delle certezze in merito Intanto cerchiamo di prendere ad esempio la disponibilità dei nostri colleghi stranieri spesso disposti a darci informazioni che altrimenti resterebbero celate e magari perse per sempre... |
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